Nel cinema di Mario Martone, la storia personale si intreccia spesso con quella collettiva, in un continuo dialogo tra politica, arte e identità. Fuori, il suo nuovo film presentato in anteprima al Festival di Cannes 2025, non fa eccezione. Ambientato nella Roma del 1980, il film è un viaggio intimo e potente nella vita della scrittrice Goliarda Sapienza, interpretata da una intensa Valeria Golino, che attraversa il carcere, l’amicizia femminile e il desiderio di riscatto.
Un’opera che parla di libertà, identità, scrittura e legami femminili senza scorciatoie emotive, con una regia sobria e attenta alla verità dei corpi e dei luoghi. Fuori si impone come ritratto delicato ma incisivo di una donna libera anche nel suo stare ai margini. Un film che emoziona, fa pensare e, come la sua protagonista, non chiede permesso per esistere.
Di cosa parla Fuori
L’incipit prende spunto da un evento reale: l’arresto di Goliarda Sapienza, autrice anticonformista e voce fuori dal coro della letteratura italiana, incarcerata per il furto di alcuni gioielli. Lì, dietro le sbarre di una prigione femminile romana, ha luogo l’inizio di un percorso di rinascita esistenziale e artistica.
L’incontro con un gruppo di giovani detenute — tra cui Roberta, interpretata da Matilda De Angelis — trasforma il carcere in un luogo di scambio, di solidarietà, quasi un laboratorio emotivo dove le convenzioni sociali si frantumano. Accanto a loro, nel cast, anche Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi e Francesco Gheghi, in un ensemble che alterna sensibilità drammatica e vitalità istintiva.
Dove è stato girato
Gran parte della forza visiva di Fuori sta nella scelta dei luoghi. Le riprese si sono svolte principalmente a Roma e nel Lazio, fra ambienti urbani degradati, ex strutture carcerarie e tenute di campagna che restituiscono l’atmosfera sospesa e calda dell’Italia degli anni ’80. Le scene carcerarie, centrali nella prima parte del film, sono state girate in un’ex struttura penitenziaria ristrutturata nella periferia sud di Roma che conserva intatto il senso di claustrofobia, ma anche di improvvisa intimità tra donne. Il carcere diventa uno spazio ambiguo: da luogo di isolamento a improvvisa fucina di relazioni. Le mura spesse, i corridoi stretti, le luci artificiali e i toni grigi enfatizzano la sospensione del tempo. La fotografia di Paolo Carnera accentua la sensazione di claustrofobia e malinconia, senza indulgere nel degrado.
Nella seconda parte, invece, la narrazione si apre: le protagoniste si ritrovano “fuori”, in una tenuta immersa nella campagna romana, luogo di evasione, di corpi liberati, di legami che si rafforzano lontano dagli sguardi esterni. Sembra un luogo quasi fuori dal tempo, dove la natura, il caldo, la luce dorata sembrano suggerire una possibilità di rifioritura. Le riprese sono avvenute nei dintorni dell’Agro Romano, in una villa rurale poco distante da Roma, immersa nel verde. La campagna qui non è bucolica in senso tradizionale, ma reale, a tratti arida, con paesaggi ampi e stanchi dell’estate laziale.
Le immagini restituiscono il senso di una libertà ancora parziale, fragile, ma profondamente sentita. Questo contrasto tra spazi chiusi e spazi aperti diventa metafora dello stato d’animo di Goliarda, tra costrizione e fioritura. La tenuta è lo specchio emotivo del nuovo stato di Goliarda: un luogo in cui si può finalmente respirare, dove i corpi si rilassano, i capelli si sciolgono, le parole ritornano. È qui che la scrittura torna ad abitare la protagonista, alimentata dal rapporto con Roberta, tra attrazione e complicità.
Gli interni, come quelli dell’abitazione di Goliarda, sono stati girati in quartieri residenziali secondari e appartamenti anni ’70, arredati con grande attenzione dalla scenografia di Carmine Guarino. I luoghi scelti non sono i classici set da cartolina, ma zone liminali della città: cortili, stanze, biblioteche dismesse, giardini interni. La Roma di Martone è una Roma sotterranea, dove si muove una classe marginale, quasi invisibile, ma densamente umana. Un ritratto coerente con lo spirito anticonvenzionale e libertario di Goliarda Sapienza.