Visita all’Acropoli di Atene, il cuore sacro della civiltà greca

Alla scoperta dei capolavori dell’Acropoli: dal Partenone all’Eretteo, tra arte, storia e mito nel cuore sacro di Atene

Pubblicato: 31 Maggio 2025 10:55

Flavia Cantini

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Nel cuore pulsante di Atene, elevata su una roccia che veglia sulla città, l’Acropoli (oltre a essere un importante sito archeologico) è un’idea, un simbolo, un racconto che attraversa i millenni. Salire verso la sua sommità significa entrare in dialogo con la memoria più profonda dell’Occidente, laddove è nato il concetto di democrazia, e l’arte e l’architettura hanno raggiunto forme sublimi.

Ed è per questo che, una volta ad Atene, l’Acropoli diventa la meta irrinunciabile. Perché nulla racconta la Grecia, il suo spirito e il suo passato glorioso, quanto il sacro promontorio che sfida i secoli.

Dove si trova l’Acropoli di Atene

Al centro della capitale greca, la collina dell’Acropoli si innalza fino a 156 metri sul livello del mare per 140 metri di larghezza per 280 di lunghezza, domina la valle di Ilissos e si staglia nitida contro il cielo.

Non è un caso che sia stata scelta proprio questa posizione: ben visibile da ogni angolo dell’antica Atene, l’Acropoli nasce per essere ammirata, per incantare, per rappresentare il potere degli dèi ma anche la grandezza della città.

Un’eredità millenaria: la storia dell’Acropoli

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Panorama dell’Acropoli con il Partenone

Prima ancora che i capolavori della classicità ne scolpissero l’identità, l’Acropoli era già un luogo sacro. Fin dal secondo millennio a.C., i Micenei vi avevano costruito palazzi reali e altari, ma fu nel V secolo a.C., sotto la guida illuminata di Pericle, che la ‘città alta’ divenne ciò che conosciamo oggi: il più imponente complesso architettonico dell’antica Grecia.

Ictino, Fidia, Callicrate: i nomi dei maestri che contribuirono a modellare spazio sacro sono ancora scolpiti nella memoria collettiva, e i monumenti che vi sorsero (il Partenone, i Propilei, l’Eretteo, il Tempio di Atena Nike) divennero l’espressione perfetta dell’armonia, della proporzione, della bellezza ideale.

Ma il tempo non fu clemente. L’Acropoli subì ferite profonde, trasformazioni imposte da nuovi dominatori. I bizantini la convertirono a uso religioso cristiano, smantellando o alterando le antiche strutture pagane. I turchi, giunti nel XV secolo, la resero moschea e l’Eretteo divenne l’harem del governatore. L’episodio più tragico avvenne nel 1687, durante l’assedio veneziano: un colpo d’artiglieria colpì il Partenone, allora adibito a deposito di polvere da sparo. L’esplosione devastò l’edificio e aprì uno squarcio mai più rimarginato.

A inizio Ottocento, poi, Lord Elgin, ambasciatore britannico, portò via decine di sculture e fregi, oggi esposti al British Museum, dando origine a una contesa culturale e politica che ancora divide Grecia e Regno Unito.

Eppure, nonostante tutto, l’Acropoli resiste e incanta.

Si devono acquistare i biglietti per la visita? Quanto costano?

Per accedere al sito archeologico dell’Acropoli è necessario acquistare un biglietto. La prenotazione può avvenire comodamente online sul sito ufficiale, oppure tramite tour guidati che spesso includono anche il servizio salta-coda e approfondimenti storici durante il percorso.

Il costo del biglietto singolo è di 20 euro, con una tariffa ridotta di 10 euro per determinate categorie. Esiste anche un’opzione combinata, valida 5 giorni, che consente di visitare altri siti archeologici e musei di Atene: il prezzo è di 30 euro. Va ricordato, tuttavia, che i biglietti venduti sul sito ufficiale non prevedono la cancellazione gratuita, quindi è bene pianificare con attenzione la visita.

Quando si può visitare l’Acropoli?

Durante la stagione estiva, l’Acropoli è accessibile dalle 8.00 alle 19.30. In inverno, l’orario viene ridotto fino alle 17.00. Nei mesi autunnali, l’ingresso anticipa progressivamente la chiusura ogni due settimane. Per orari aggiornati, eventuali chiusure straordinarie o modifiche temporanee, è sempre consigliato consultare il sito ufficiale prima della visita.

Quanto dura una visita all’Acropoli?

Considerando le meraviglie da ammirare, una visita completa dell’Acropoli ha, di solito, una durata di circa un’ora e mezza oppure due ore.

Come raggiungere la collina sacra

Arrivare all’Acropoli non è soltanto semplice, ma anche suggestivo. I quartieri di Thisio e Makrianni offrono un accesso piacevole seguendo viali pedonali, vivaci e accoglienti, costeggiati da caffè, taverne e botteghe.

Chi parte da Plaka o Monastiraki può scegliere una salita più tranquilla, ombreggiata e immersa nel verde, tra alberi di ulivo e scorci improvvisi sul tempio. Qualunque sia il percorso scelto, l’ultimo tratto sarà sempre lo stesso: la scalinata che dal cancello inferiore conduce all’ingresso dell’Acropoli.

Cosa vedere all’Acropoli di Atene

Le rovine che punteggiano la roccia raccontano di un’epoca in cui arte, religione e politica convivevano in armonia.

È qui che lo sguardo si perde tra le proporzioni perfette del Partenone, i silenzi solenni dell’Eretteo, la grazia austera dei Propilei e la delicatezza del tempio di Atena Nike. Ma c’è di più. Ai piedi della collina, i teatri narrano ancora storie di eroi e divinità, mentre poco distante, il museo restituisce alle opere tutto il prestigio che meritano.

I Propilei

Salire verso l’Acropoli significa “varcare una soglia”, maestosa e scenografica, che è costituita dai Propilei. Fu l’architetto Mnesicle a progettare la straordinaria entrata nel cuore sacro di Atene, iniziando i lavori nel 437 a.C. e interrompendoli solo pochi anni dopo, a causa dell’esplosione del conflitto del Peloponneso. Il risultato, tuttavia, è rimasto nel tempo come un capolavoro d’ingegneria e armonia.

Il complesso si compone di un corpo centrale affiancato da due ali laterali, ed è realizzato in marmo pantelico e pietra grigia di Eleusi. Le sei colonne doriche della facciata introducono a un corridoio dove si alternano colonne ioniche e doriche. La campata del tetto, impressionante per ampiezza, sfida i limiti dell’architettura dell’epoca. Davanti all’ingresso, su un piedistallo alto dieci metri, un tempo svettava una scultura raffigurante un carro con quattro cavalli in onore del re di Pergamo.

Nei secoli, i Propilei cambiarono volto: divennero la sede di un vescovo bizantino, poi polveriera sotto il dominio ottomano, subendo un’esplosione che li danneggiò gravemente. Ma oggi, grazie a pazienti interventi di restauro, il portale monumentale è tornato ad affascinare chiunque si trovi ad ammirarlo.

Il Partenone

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Il Partenone al tramonto

Non esiste monumento che rappresenti l’Acropoli meglio del Partenone che, con l’imponenza geometrica, la luce dorata, cattura l’attenzione e incarna l’ideale di bellezza della Grecia classica. Costruito tra il 447 e il 438 a.C. su progetto degli architetti Ictino e Callicrate, e sotto l’attenta supervisione di Fidia, il tempio era dedicato ad Atena Parthenos, la dea vergine protettrice della città.

La struttura in stile dorico presenta 8 colonne sui lati corti e 17 su quelli lunghi, realizzate in marmo pentelico, disposte secondo un rapporto di proporzione perfetto, 9:4, che regola ogni elemento architettonico. Al centro, la cella ospitava la maestosa statua di Atena scolpita da Fidia, in oro e avorio, oggi perduta. L’innovazione architettonica più sorprendente risiede nell’uso di colonne ioniche all’interno della parte posteriore della cella, un dialogo tra stili che dona al Partenone un’eleganza inaspettata.

Ma al di là delle misure e dei dettagli, ciò che rende il Partenone unico è l’emozione che suscita: quel senso di equilibrio eterno, di armonia tra forma e spirito, che ancora oggi lascia senza parole chi vi si avvicina.

L’Eretteo

Se il Partenone è il tempio della perfezione formale, l’Eretteo è il luogo dove la mitologia prende corpo. Incastonato su un terreno irregolare, dove si intrecciano culti e leggende, l’edificio dalle linee asimmetriche fu costruito tra il 420 e il 406 a.C. per accogliere antichi rituali religiosi. A differenza del Partenone, l’Eretteo fonde elementi ionici con l’irregolarità della roccia, per un insieme architettonico intimo e quasi misterioso.

Il lato orientale era dedicato ad Atena Polias, mentre quello occidentale celebrava Poseidone. Ma il vero cuore del tempio sono le Cariatidi: sei statue femminili alte circa sei metri che reggono con grazia la trabeazione del portico sud. Il loro sguardo immobile, il gesto leggero dei drappeggi, la potenza che si cela sotto la delicatezza, ne fanno il simbolo più umano e poetico dell’Acropoli.

Oggi, quelle che osserviamo sul sito sono repliche perfette: gli originali sono conservati al sicuro nel Museo dell’Acropoli. Eppure, anche così, l’Eretteo resta un luogo dove il mito sussurra ancora tra le pietre.

Il Tempio di Atena Nike

Piccolo ma potente, il Tempio di Atena Nike svetta su uno sperone roccioso, nell’angolo sud-occidentale dell’Acropoli. Realizzato nel 420 a.C. da Callicrate, è dedicato alla dea della vittoria, che qui assume un volto peculiare: quello di Nike senza ali, la Apteros Nike, che secondo la leggenda non avrebbe mai potuto lasciare Atene.

Il tempio si distingue per le sue proporzioni raccolte e l’eleganza delle colonne ioniche che ne adornano le facciate. I rilievi che decorano i fregi narrano battaglie tra Greci e Persiani, ma anche scene più intime, come quella celebre della Nike che si slaccia il sandalo, un gesto lieve che racchiude tutta la grazia dell’arte classica.

Nei secoli, anche questo tempio subì trasformazioni: fu chiesa, magazzino militare, bastione. Ma oggi, ricostruito pietra dopo pietra, splende di nuovo nella sua raffinata bellezza.

Il Teatro di Erode Attico

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Il Teatro di Erode Attico visto dall’Acropoli

Alla base dell’Acropoli, incastonato nella roccia come un gioiello di pietra, il Teatro di Erode Attico continua a vivere.

Costruito nel 161 d.C. da Erode in memoria della moglie, è uno degli anfiteatri antichi meglio conservati al mondo. I gradoni, disposti in 32 file, possono accogliere fino a 6.000 spettatori. Un tempo coperto da un tetto in legno, oggi ospita spettacoli di musica e teatro classico, soprattutto in occasione del celebre Festival di Atene, che ogni estate restituisce voce e vita alle pietre millenarie.

Il Museo dell’Acropoli

A pochi passi dal sito archeologico, nel moderno quartiere di Makryianni, il Museo dell’Acropoli accoglie i visitatori con un’architettura moderna e trasparente. Inaugurato nel 2009, si sviluppa su oltre 8.000 metri quadrati e conserva al suo interno migliaia di reperti, sculture e decorazioni che raccontano la vita dell’Acropoli dall’età arcaica alla tarda antichità.

Grazie a pavimenti in vetro è possibile osservare i resti archeologici sottostanti, mentre le sale si aprono su Atene e donano scorci unici del Partenone.

Il Teatro di Dioniso

Sulla pendice meridionale della collina sacra, il Teatro di Dioniso è una delle meraviglie spesso dimenticate dell’Acropoli. Edificato in legno, poi ricostruito in pietra e marmo nel IV secolo a.C., accolse per la prima volta le opere di Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane. Era il cuore delle celebrazioni delle Grandi Dionisie, il festival in onore del dio del vino e del teatro.

Delle 64 file originarie, solo 20 sono giunte intatte fino a noi, ma il teatro conserva ancora il suo fascino antico. Subito sopra, alcuni gradini conducono al Santuario di Asclepio, il dio della medicina, costruito intorno a una sorgente sacra: un altro luogo dove spiritualità e salute si intrecciavano nella quotidianità degli Ateniesi.

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